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 Musica:
Peace Mountain Festival – la musica buona
für Deutschsprachige: siehe den Presseartikel in der Aargauer Zeitung vom 28.7.03

MAURIZIO MINETTI

 Un’area circondata da una cornice di bosco è ciò che i visitatori del Peace Mountain Festival si trovano davanti scendendo dagli Shuttle Bus, o (pochi) dalle loro auto e dai loro motorini. È a dir poco un’atmosfera accogliente; c’è qualche band che prova gli accordi, alcuni addetti ai lavori che montano tavolate lunghe, si annusa odore di bastoncini profumati mischiato al dolciastro lezzo della marijuana. Si sentono tintinnare braccialetti, abbaiare cani e tra due tre botte di bongo si sentono anche schiamazzi di bambini. Perché l’open-air sul Friedlisberg nel canton Argovia è soprattutto luogo d’incontro per grandi e piccini. Altro fatto da costatare è la totale assenza di bande pubblicitarie. Il festival si finanzia da sette anni esclusivamente grazie a donazioni senza scopo promozionale. Ma sulla terra battuta ricoperta di fieno non manca il feeling da festival, anzi, sembra di entrare in una città indiana, dove tutti sanno che lingua si parla, tutti sanno come ci si comporta, e tutti sono i benvenuti. Questa città, dunque, ha anche la sua propria valuta. Per poter sorseggiare vino, birra, cocktails o analcolici bisogna “cambiare” i franchi svizzeri in cosiddetti “Piislis”; cartellini di plastica con numerazione da tagliare fuori ad ogni consumazione. In questo modo si evitano transazioni di bigliettoni e monetine, chi non si consuma tutta la scheda si può andare a riscattare il credito alla tenda-cambi.

Al calar del sole il gruppo Illegal Prohibition comincia a sviluppare la sua performance di fronte ad un pubblico ancora incerto tra discreti movimenti di gambe e timidi cenni a ritmo di musica. All’intonare di “stir it up” di Bob Marley la moderata folla si cimenta anche in battimenti di mani. Intanto, dalla parte opposta della pedana principale una chitarra acustica partorisce un sound altrettanto leggero. Le pause degli Illegal Prohibition sulla prima pedana vengono quindi riempite da una batteria che si è sposata ormai alla chitarra. La festa comincia, ma c’è chi prima deve dare un’intervista.

Fumo, Rapper del gruppo multietnico residente in Svizzera Tempo Al Tempo mi riceve dopo le dieci nel backstage. Manca un’ora all’inizio del loro concerto e si sente un’aria d’agitazione, ma anche molta tranquillità e rilassatezza.

Domanda: Ma quante interviste hai gia dato in vita tua?
Fumo: Un milione. No, sul serio mi piace creare un rapporto con chi m’intervista, perciò al telefono non mi riesce bene. Avvolte non trovo senso nelle domande finché non leggo l’intervista pubblicata. Ho amici giornalisti molto bravi che mi conoscono talmente bene che potrebbero rispondere loro alle proprie domande. Certi giornalisti poi mi pongono delle domande assurde che si potrebbero risparmiare se solo ascoltassero con un poco d’attenzione i nostri dischi, è una vergogna.

Sei cresciuto musicalmente a Milano con il gruppo Piombo A Tempo, che n’è stato del resto della crew?
Fumo: Veramente sono nato con il Punk a Milano, al centro sociale Leoncavallo. Dal quale poi è nato il primo gruppo Lion Horse Posse. Più tardi con i Piombo a Tempo eravamo io e Lele Prox ufficialmente. Lui fa ancora il DJ adesso. Poi c’era anche Lou X che attualmente collabora con gli Assalti Frontali. Nando Popu invece fa parte del gruppo Sud Sound System. Zona Enne è grafico a tempo pieno.

Vi sentite ogni tanto?
Fumo: Con Lele Prox ho litigato, ma con gli altri ci sentiamo ogni tanto.

Perché avete prodotto solo l’album “Cattivi Maestri”, che in quegli anni pur non essendosi affermato commercialmente è stato tra i favoriti della scena Rap?
Fumo: Perché è stato un momento storico per il Rap italiano. Il nostro disco è uscito con SXM dei Sangue Misto. Le case discografiche hanno smesso di stampare i nostri dischi perché non si vendevano come dovevano, i ragazzi si registravano le cassette. Ma adesso Cattivi Maestri lo stanno ristampando, perché c’è una gran richiesta per questo disco che definirei l’ultimo urlo del Rap militante.

Che cosa è cambiato dagli inizi degli anni ‘90 a adesso nel Rap in Italia?
Fumo: È difficile dirlo adesso. Era partito con un grande interesse da parte dei media, ma poi il mercato ha deciso. Tra altri dieci anni se ne potranno fare delle valutazioni. Sull’onda di questo fenomeno sono usciti molti gruppi. È chiaro che non siamo negli Stati Uniti dove il Rap ha avuto inizio, ma la mia opinione è che c’è stato un problema dal vivo. Perché i Rapper italiani non tenevano più di trenta minuti sul palco, quindi la gente si sentiva delusa.

Gli Articolo 31 e i Gemelli Diversi sono gli esponenti del Rap italiano forse più conosciuti all’estero. Ma perché il Rap, diciamo così, impegnato di Frankie Hi-NRG, 99Posse o Sangue Misto non vende dischi in Svizzera, è intenzione dei musicisti di non affondare nel Mainstream?
Fumo: No, è un fatto di marketing. Se non vendi più di 12'000 copie, non vali l’esportazione all’estero. Le piccole etichette quindi si sono stritolate. Non si può adoperare la stessa regola per Adriano Celentano e Sangue Misto. Questi non ci arriveranno mai a quei livelli purtroppo, ma lo stesso non significa che non hanno fans.

Molti gruppi promettenti si sono sciolti, come appunto Piombo A Tempo, Assalti Frontali, Sangue Misto.. lo stesso Frankie Hi-NRG non produce più dischi da cinque anni. Secondo te hanno smesso o continuano a suonare nei piccolo luoghi dove la vendita dei dischi non conta?
Fumo: Frankie Hi-NRG ha ultimamente collaborato con RZA e questo mese dovrebbe uscire il suo nuovo disco, inoltre fa il regista di video musicali. Gruff dei Sangue Misto vive in Giappone. L’altro membro Neffa ormai si è affermato come solista. MilitantA degli Assalti Frontali continua a produrre musica come hobby. Il fatto in ogni modo è, che non c’erano soldi in giro, e tu come musicista vivi di concerti, perciò si sono spezzati tanti gruppi.

Come mai hai deciso di venire a Basilea?
Fumo: Domanda molto semplice, per amore!

Secondo te è il Rap in Svizzera prova a copiare certi atteggiamenti americani o tedeschi o ha una caratteristica propria?
Fumo: Io credo molto nel Rap svizzero, Greis per esempio interpreta con la sua propria linea. È ovvio che il Rap proviene dagli USA, sono loro i maestri, ma almeno i Rapper Svizzeri hanno già molto meno “Yo” e “Motherf*” nei loro testi, rispetto agli italiani. Bisogna andare avanti cosi e lavorare sui live.

A questo punto veniamo interrotti e Fumo viene pregato di farsi un’idea del palco. Il sottoscritto nel frattempo nota che un intervistato dall’altra parte del tavolo parla di dinosauri e cani giganteschi ma non capisce cosa voglia significare. Più tardi l’intervista a Fumo continua dietro l’impalcatura tra casse e lavoratori.

Quali musicisti italiani e non ti hanno influenzato di più?
Fumo: I Gufi, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber. Da piccolo ascoltavo Mina e Lucio Battisti, quali hanno del Funk impressionante nei loro pezzi che ho scoperto diventando grande. Poi anche canzoni napoletane, Roberto Murolo. Soprattutto cantautori con ironia e critica sociale.

E Celentano non ti va giù per niente?
Fumo: Celentano va benissimo. È solo che lui è più un interprete che un cantautore, un po’ come Mina e Ornella Vanoni.

E dalla parte della cultura e storia quali sono i tuoi ideali?
Fumo: Luciano Bianciardi prima di tutti. Da ragazzo sono cresciuto con i fumetti e la tivù come quasi tutti, poi ho scoperto i libri quando non ero più forzato a leggerli a scuola.

Questo festival è privo di sponsor, è quindi alquanto indipendente. È solo una coincidenza oppure badate a suonare in certi posti?
Fumo: No, queste cose le sosteniamo volentieri. È chiaro che qui non si guadagna molto, ma è qui che c’è la gente nostra. Poi ci piace suonare negli “autonomen Jugendzentren” per puro spasso.

Chi scrive i vostri testi?
Fumo: Li scriviamo tutti insieme. Nascono così, mentre stiamo insieme. La musica la compongo io di solito – ad orecchio. All’inizio c’è un abbozzo di testo e musica, poi con l’aiuto di tutti nasce qualcosa.

Voi suonate con diversi gruppi di generi del tutto diversi. Auspicate un genere musicale non definibile per non lasciarvi mettere in un cassetto?
Fumo: Qui posso solo citarti Duke Ellington: “Esistono due tipi di musica: la musica buona e quella cattiva.” I generi musicali gli hanno inventati i negozianti per vendere di più, ma comprendo anche loro. E poi oggi se vai a leggere i crediti, scopri che un campione è stato preso qua e la.

Quando possiamo attenderci il prossimo disco dei Tempo Al Tempo?
Fumo: Molto presto. Ad ottobre registriamo un disco Reggae che uscirà solamente su vinile. Poi altri pezzi con Seeed, Ganglors e gli Scrucialists.

Si vive di sola musica?
Fumo: No, dipende. Io ci riesco, ma faccio anche produzioni per altri gruppi, suono in un gruppo trip-hop-jazz e faccio il DJ. Così facendo funziona. Ho provato anche a guadagnarmi i soldi lavorando in una ditta di traslochi, mentre lavori puoi pensare ad un pezzo di musica che hai in mente, ma poi ho deciso di dedicarmi interamente alla musica. Deve essere una cosa principale, se fai sul serio. Non ci sono santi!

Dopo questa citazione restano solo pochi minuti finché cominci il concerto. Il pubblico ormai e surriscaldato e si raccoglie davanti al palco, dove i Tempo Al Tempo suonano con gli Scrucialists, passando dal Reggae al Rap. Finiscono dopo circa un’ora a torso nudo sotto gli applausi della folla.

Ma per i visitatori del festival non è ancora finita. Il gruppo teatrale ELXT90 esegue un pezzo di teatro che si collocherebbe tra Power Rangers e American Gladiators, usando dinosauri e cani giganteschi (ecco la soluzione del mistero), con effetti pirotecnici strabilianti. Ad ogni modo sembra che il pubblico seduto davanti alla scena preistorica si goda lo spettacolo, e alle 2.30 si chiude anche quest’ultimo sipario.

Lasciando il festival con la luna calante al cielo, resta un sapore di malinconia. Molti giovani si sono accucciolati davanti al falò in mezzo a questa città che continua a pulsare a ritmo di drum’n’bass. Sono le 4.00 di mattina e salendo sull’ultimo Shuttle Bus ripenso alla frase di Duke Ellington. La musica del Peace Mountain Festival è definitivamente di sorta buona.top

Agosto 2003